Come avviare un buon allattamento al seno.

Per un buon avvio dell'allattamento

Lavorando con i puerperi e gli allattamenti mi sono spesso domandata cosa servisse davvero per allattare e se fosse possibile creare una sorta di riassunto, bignami, raccolta degli ingredienti fondamentali per l’allattamento.
La risposta è arrivata presto: no, non è possibile. Non esistono elementi imprescindibili e al contempo universalmente validi in un processo così intimo, personale, soggettivo e ricco come quello dell’allattamento. Tante sono le variabili quante sono le persone, le madri, i bambini, le famiglie.

Tuttavia una cosa l’ho voluta fare, ossia scrivere un piccolo vademecum con i 5 elementi che, per la mia esperienza di ostetrica, si sono rivelati spesso importanti.
Una proposta. Non una ricetta, una garanzia, una prescrizione.
Ma una riflessione aperta con ogni mamma che leggerà!

  1. Avere le giuste informazioni
    Il mondo della neomamma è spesso nei primi tempi un turbinio di emotività, sensazioni di fatica e “avrò fatto bene?” in loop.
    Seppur non sia così semplice quando la stanchezza la fa da padrona, mi sono però accorta nell’accompagnare le mamme nei meandri della maternità, che una base teorica aggiornata e valida può rivelarsi una sorta di salvagente quando i dubbi prendono più spazio del dovuto dando come la sensazione di avere l’acqua al livello delle orecchie.
    Per dirla in modo facile: aver raccolto, magari durante la gravidanza, informazioni di qualità e scientificamente affidabili può rivelarsi un aiuto potente nei momenti di difficoltà.
    Perché accadrà. Sì, mamma, mi rivolgo a te. Accadrà, arriveranno i dubbi: è sano, va bene, è saggio. E allo stesso modo può essere saggio, se il dubbio fa paura, equipaggiarsi raccogliendo informazioni corrette.
    In che modo?
    Frequentando un buon corso di accompagnamento alla nascita, chiedendo una consulenza ad una professionista esperta, leggendo un buon libro sull’allattamento, consultando associazioni territoriali che si occupano di allattamento al seno.

  2. Essere adeguatamente sostenute
    Come per la nascita anche nell’allattamento il sostengo è fondamentale.
    Quali risorse attivare? Chiunque tu senta adatto! Che sia l’altro genitore del piccolo, una nonna, una zia, un’amica.. Ovviamente sarebbe utile fossero ammesse solo persone amorevoli e supportive. Non serve che sappiano chissà cosa di allattamento, sarebbe sufficiente l’incoraggiamento, un aiuto in casa, un pasto pronto, qualche gesto affettuoso.
    Allo stesso tempo potrebbe tornare utile, in un’ottica di sostegno, chi con l’allattamento ci lavora come ad esempio un’ostetrica con formazione specifica, una consulente professionale (IBCLC), una peer support.
    Ricevere il supporto di qualcuno realmente competente può consentire di sciogliere qualche nodino e può rendere l’esperienza maggiormente fluida.
    Provare per credere!

  3. Avere fiducia

    Non è sempre facile, eppure la fiducia è un elemento davvero consistente nel percorso di allattamento.
    Ma fiducia in cosa? In primis in te, perché come mamma possiedi un’istintualità che potrà essere risorsa. E in secondo luogo fiducia nel tuo corpo, perché il seno materno ha, dalla notte dei tempi, la competenza innata di produrre latte.
    Ebbene sì, è così! Nonostante si senta speso parlare di donne che non hanno potuto allattare, che non hanno avuto abbastanza latte o a cui il latte è andato via all’improvviso dobbiamo tuttavia dirci che in realtà, senza mettere in dubbio le esperienze soggettive e i vissuti individuali, la scienza e le attuali scoperte ci dicono che tutte* le mamme possono allattare.
    Dunque fiducia! Fiducia nelle tue competenze. In quel corpo che ha custodito, cresciuto, alimentato, protetto il tuo piccolo o la tua piccola con impegno e al massimo delle sue possibilità per tutta la gravidanza.

Accolto questo, magari con l’aiuto dell’informazione di cui si parlava al punto 1 e del sostegno del punto 2, è importante anche lavorare e maturare la fiducia verso il bimbo.
Perché l’allattamento è da immaginare come una danza a due in cui mamma e piccolo volteggiano mettendo in campo attivamente le loro innate competenze.

Il bimbo infatti, per quanto piccolo e in apparenza indifeso ha in realtà in sé numerosissime capacità. Pensiamoci: ha saputo crescere in utero, ha imparato un gran numero di cose in quei 9 mesi, ha saputo vivere l’esperienza della nascita, adattarsi alla vita extra uterina. Mica sono processi passivi tutti questi, sapete? E una volta nato potrà mostrarti quanto sapientemente sa ciucciare, succhiare, deglutire, piangere, muoversi. Saprà avvisarti se ha bisogno di qualcosa, richiamarti a sé se ha qualche necessità particolare.

Insomma sa fare. E talvolta, è più utile di qualsiasi tecnica, imposizione, ricetta e strategia semplicemente lasciargli lo spazio di quel.. fare!

*(Le donne che non possono allattare appartengono ad una minuscola percentuale di casi.Tale impedimento dell’allattamento avviene per motivi specifici legati alla salute generalmente noti già dalla gravidanza o anche prima).

  1. Mettersi in ascolto e tentare di allontanare le interferenze (di ogni tipo!)
    La migliore guida nel percorso di allattamento è il proprio bambino, nonché mettersi in osservazione e in ascolto di ciò che lui manifesta.
    Normalmente i ritmi e i bisogni di un neonato sono diversissimi dai nostri, motivo per cui non è raro che le mamme si preoccupino o si trovino disorientate.
    “Ma è possibile che voglia mangiare ogni ora?”
    “Poppa così spesso perché non riesce a saziarsi?”
    “Perché al seno dorme beato, ma se lo stacco piange e sembra nuovamente affamato?”
    “Come faccio a dargli degli orari?”
    Queste sono solo alcune delle domande che le neomamme fanno, stranite dalle intense esigenze dei loro neonati.
    Tuttavia, lo affermo spesso e senza timori, una preziosa strategia per avviare l’allattamento è proprio cercare quanto più possibile di accondiscendere alle richieste dei piccoli. Sono normali, davvero! Stancanti, faticose, ma normali.
    Non sarà così per sempre, il tempo passerà e cambierà le dinamiche, i bisogni, la gestione, le tempistiche.

    E per quanto riguarda le interferenze, vi ricordate quando al punto 2 parlavamo delle persone supportive?
    Ecco, quando nasce un bimbo in tanti vorrebbero di aiutare, dire, consigliare i neogenitori, portare la propria esperienza.
    Alcuni lo fanno in modo efficiente, rispettoso e positivo, altri invece, seppur in buonafede, finiscono per alimentare dubbi e incertezze che di certo non tornano in alcun modo utili alla nuova famiglia. Queste sono interferenze: parole, frasi, considerazioni, falsi miti, “io avevo fatto così...” che alimentano nei neogenitori paure, perplessità, sensazioni di essere in errore.
    Interferenze, il cui luogo adatto è l’oblio, il nulla cosmico, il bidone del rusco (come dicono a Bologna), lo sciacquone o qualsiasi altro luogo in cui, l’interferenza, si allontana e si disperde. Senza cattiveria, né offesa, né critica: solo in un’ottica protettiva e conservativa verso il proprio percorso.
    E non solo parole e frasi sono interferenze: anche ciucci, biberon, tettarelle..
    Perché per un buon avvio dell’allattamento, se possibile ogni surrogato del seno sarebbe da evitare, così da consentire al piccolo di consolidare un corretto attacco al seno e, ciucciando a richiesta, di stimolare in modo adeguato la produzione di latte.

  2. Essere decise e motivate o semplicemente stare nella naturalità degli eventi

    Allattare non è un obbligo, ma una scelta.
    Il corpo materno dopo il parto si attiva per produrre latte e un buon modo per aiutarlo è sicuramente quello di sostenerlo con decisione e desiderio nel suo processo.
    Qualsiasi sia il motivo o le esperienze pregresse, aver scelto di intraprendere il cammino di allattamento con consapevolezza e fiducia, seppur non dia garanzia sull’esito, tuttavia predispone in

modo positivo al percorso. Perché lo sappiamo no? La motivazione! Nulla funge da motore in modo potente e determinante come la motivazione, il desiderio, come volere e sentire che una cosa ci corrisponde ed è adatta a noi.

Anche nella difficoltà la motivazione aiuta moltissimo. Perché accade talvolta (oserei direi quasi nella maggior parte dei casi!) che presto o tardi compaia qualche complicazione, qualche momento di dubbio, qualche incidente sul percorso di allattamento.
E’ importante ricordare che ogni problema si può risolvere e che sono pochissimi i casi in cui una difficoltà può compromettere in modo definitivo l’allattamento.

Dunque in conclusione è questa la mia proposta: corrette informazioni, sostegno, fiducia, ascolto e motivazione. A me sembrerebbe un gran inizio e a voi?

Ah, si ok, la fortuna, non ho citato la fortuna.
Vero!
Però non la metto come elemento necessario, che tanto lo sappiamo no?
La fortuna. Che cos’è poi?
Il caso? Quell’alone di magico, imponderabile e apparentemente casuale che influenza i processi? O è quel mix dato da noi, l’altro, la situazione, il contesto, le possibilità, le esperienze, le risorse, le energie, i vissuti, il momento, il caso e chissà che altro?
Cos’è davvero?
Ad ogni modo...
Si dai, diciamolo.
La fortuna.
Non è scientifico, per nulla. Non ditelo che l’ho detto.
Però si. Mi sento d’accordo.
Un po’ di fortuna.
Lei serve sempre!

Martina Sarti

Professione Ostetrica

Qui trovate tutti i suoi riferimenti: 

https://www.ostetricamartinasarti.it/

@martinasarti__